2052 by Jorgen Randers

2052 by Jorgen Randers

autore:Jorgen Randers [Randers, Jorgen]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Edizioni Ambiente
pubblicato: 2013-05-23T22:00:00+00:00


L’ambiente delle megalopoli

Mi occuperò ora dei problemi della vita quotidiana nei prossimi quarant’anni.

Numerosi aspetti materiali seguiranno il corso tradizionale: saranno in molti a spostarsi in abitazioni migliori, più ampie e più salubri. Mangeranno meglio, di più e in alcuni luoghi anche in maniera più sana. Vi sarà un maggiore accesso alla mobilità, sia con automobili private, sia con più trasporti pubblici, aerei e treni. Avranno accesso a servizi sanitari più adeguati, pubblici e privati. I loro gadget saranno energeticamente più efficienti di quelli attuali, ma rimarranno comunque riconoscibili: frigoriferi, automobili, apparecchi di comunicazione digitale (per esempio i futuri ibridi tra televisione, computer e smartphone). Questa maggioranza includerà la popolazione della Cina e delle grandi economie emergenti. Stare meglio nel 2052 non significa che si raggiungerà il livello dello stile di vita dell’occidente contemporaneo, ma che si vivrà meglio nel 2052 rispetto al 2012.

Non credo che questo miglioramento riguarderà le attuali élite globali. In maniera molto grossolana faccio coincidere questo gruppo elitario con chi oggi vive nei paesi OECD e che ha dei consumi che in media si aggirano intorno ai 28.000 dollari annui, quattro volte la media mondiale. Chi appartiene a questo gruppo sperimenterà una stagnazione o persino un declino, in modo particolare dopo il 2030. Non abiteranno in case più grandi o migliori, non mangeranno di più, non si sposteranno più lontano e probabilmente saranno meno sani, non in conseguenza di malattie infettive o per l’artrosi, ma per patologie causate dallo stile di vita come l’obesità, il diabete e il cancro. La ragione fondamentale, ancora una volta, è il costante declino della produttività negli anni a venire e la necessità di investimenti extra per affrontare le sfide legate all’inquinamento, alla scarsità delle risorse, al cambiamento climatico e alle diseguaglianze.

Tuttavia c’è una cosa che la maggior parte dei cittadini di tutto il mondo avrà in comune, è questa cosa è la vita urbana, ben diversa da quella di un villaggio in cui si coltiva la terra a contatto con gli animali e la natura. La quotidianità sarà per lo più spesa in appartamenti in grandi città. Si lavorerà in uffici, negozi o in centri di cure. E i momenti ricreativi diventeranno sempre più virtuali (attraverso le televisioni del futuro che permetteranno giochi in condivisione), sebbene io abbia dei dubbi sul fatto che possa scomparire l’usanza di bere una birra in un pub vicino casa. Ogni paio d’anni si faranno dei viaggi verso qualche località turistica, affollata di masse di visitatori in fila per vedere panorami, comprare souvenir e scattare quelle che saranno gli equivalenti delle attuali fotografie.

Il fatto che l’80% della popolazione mondiale vivrà in ambienti urbani avrà conseguenze enormi sull’agenda politica, che si concentrerà sempre più sui problemi degli abitanti delle città: il traffico, la qualità dell’aria, il rumore, le fognature, l’acqua e l’energia. L’urbanizzazione guiderà uno dei più importanti progressi dei prossimi quarant’anni, ovvero la riduzione della fertilità totale, cioè il numero di figli per donna.

La tendenza a un’urbanizzazione crescente verrà rafforzata dai cambiamenti climatici in due maniere.



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